E' una storia semplice, una storia come tante, eppure preziosa, perchè testimonia di proprio pugno il microcosmo umano e sociale che può raccogliersi intorno all'agri-cultura.
Una storia di famiglia, perchè intorno all'esperienza tutta una famiglia si è in qualche modo attivata.
Una storia locale, perchè appartiene alle nostre zone, e testimonia le trasformazioni economiche e sociali degli ultimi '70 anni, coinvolgendo 3 generazioni.
Una storia vera, da leggere tutta d'un fiato.
Non abbiamo corretto le bozze per lasciare che la spontaneità di Andrea e della sua esperienza possa raggiungervi.
Buona Lettura.
Primiana.
"Mi è stato chiesto di scrivere un articolo, che rappresenta la storia di una famiglia,la mia,che non più di 50 anni fà viveva sulla terra,con la terra e a contatto con essa.Forse piccolo simbolo di qualcosa di più grande. Pensate un attimo all'idustrializzazione e a tutti i suoi presunti benefici.
Pensate ad una famiglia,qualunque, che come la mia per adattarsi al cambiamento ha affrontato mille sacrifici. Mi viene in mente mia nonna,che da provetta contadina all'età di 40 anni ha dato gli esami per diventare infermiera. Mio nonno che da contadino,con i suoi risparmi ha preso partita I.V.A ed ha aperto un distributore di benzina. Non so di preciso quando qui in questa zona,l'industrializzazione di massa abbia colpito. Io non ho vissuto quei tempi,ma dai loro ricordi riesco a ricostruire qualcosa.
Comunque cio è successo perchè non avevamo terra nostra,ma i miei erano "stipendiati". Godevano di diritti ma anche di doveri verso il padrone. Parte del loro guadagno era in denaro,ma il resto era fatto dei frutti della terra.Il loro bagaglio culturale era quello di una famiglia allargata,i vicini erano socevoli e durante tantissime occasioni si davano una mano a vicenda. Mi viene in mente un racconto di mia nonna. Durante la trebbia del grano,i vicini venivano a dare una mano in cambio di un aiuto reciproco,per poi raccogliere la loro o viceversa. E la sera era festa,sempre. Dopo un duro lavoro una buona mangiata ! Oggi invece con l'arrivo di strumenti moderni queste necessità non ci sono più.Insomma, il bisogno reciproco sicuramente aiuta a mentenere buoni rapporti col vicinato.
Ma fosse solo questo..... Col tempo non solo si è dimenticata la bellezza del fare insieme,ma siamo entrati in una mentalità di competizione. E' una realtà che vedo ma alla quale per ignoranza personale e sicuramente storica,non so dare una spiegazione valida. Ne ho mille in mente,ma non sono qui a parlare di questo.
Tornando alla mia famiglia che puo fare da piccolo esempio per capire cosa puo esser successo a livello piu o meno locale,ma forse anche in un raggio piu ampio,magari solo in momenti diversi,il cambio di mestiere,la tendenza all'arrivo di nuove opportunità di lavoro aveva come base la presunta opportunità di ricchezza. O comunque di una stabilità economica che è durata poche decadi. Oggi anche la mia famiglia come molte altre in questo paese sono quasi al verde. Dice sempre mia nonna e penso anche molti altri anziani "Dopo aver lavorato una vita questo è il premio". La capisco e credo che se fossi stato al suo posto, a quei tempi avrei fatto la stessa cosa. Non cerà la cultura di oggi,la possibilità di informazione di oggi, che se pur meschina e ingannatoria,molte volte, ti da un teatro a cui assistere. Molti cadranno in questo teatro credendolo reale. Altri trovano la via di uscita, dal teatrino dei burattini. Il loro sbaglio,il mio sbaglio prima di capire. è che questa modernità avrebbe portato a qualcosa di bello.Niente di piu sbagliato. Oggi la prima legge dell'uomo è la competizione. Prima era la collaborazione, almeno tra i piu modesti.
Venendo a questi giorni,trovo mia nonna con una mentalità che molti definirebbero retrograda,ma che io trovo stupenda ! I vecchi detti dei contadini come "Una mano lava l'altra" oppure " Non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te" o ancora " Forza e coraggio che dopo Aprile viene Maggio e se Maggio si rivolta,coraggio un'altra volta" la rappresentano a dovere. Questa era la loro saggezza,piccole frasi che ricordavano i doveri e i piaceri dell'aiuto reciproco e della terra. Per esempio "Una mano lava l'altra" stava a simboleggiare l'aiuto reciproco tra le persone. Era semplice,tu aiuti me,io aiuto te. Oppure " Non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te", a nessuno faceva piacere se qualche vicino rubava risorse e i prodotti che venivan fuori,cosi semplicemente un detto per ricordarsi che è meglio chiedere una mano piuttosto che rubare. A quei tempi chi rubava,non solo finiva nei guai con la legge,ma se non eri degno di fiducia tra il vicinato nessuno ti prestava piu soccorso . Ancora "Forza e coraggio che dopo Aprile viene Maggio e se Maggio si rivolta, coraggio un altra volta". Un detto che stava li a ricordare che se la terra e il clima non erano favorevoli e non lo erano stati ad Aprile,lo sarebbero stati a Maggio e se questo non avveniva nemmeno in quel mese, non bisognava perdersi di forza d'animo. A quasi 80 anni trovo mia nonna ancora in forma a dare una mano destra e a manca a chi ha bisogno di aiuto tra il vicinato. Che sò,era un infermiera,avvolte va a fare punture a gratis. Altre volte si presta come aiuto per persone anziane. Non pagata,ma ringraziata con beni di poco lusso,ad esempio buste di frutta o di verdura. Insomma quella mentalità ormai obsoleta,ma che ancora giace in noi e che forse presto ritroverà la luce.
Personalmente sto riscoprendo il contatto con la terra un pò per volta.Mia madre,mio padre e mia nonna sono felici quando domando loro di quei tempi e mi danno consigli su cosa fare nell'orto. Bè piu mia madre e mia nonna.mio padre è sempre stato un operiaio metalmeccanico. Gli scambi di idee tra il vecchio e il nuovo,tra le tecniche utilizzate oggi in permacultura e vedere mia nonna affascinata e non rintanata nel "come si faceva allora", mi fa venir voglia di confrontarmi sempre di più.Dal canto mio sono aperto ai loro consigli e spesso vedo dei risultati anche per questo motivo. Ora i suoi ricordi sono un po sbiaditi e gli occhi vedono poco,ma lei mi ha insegnato per prima a risonoscere un erba di campo commestibile, il tarassaco,lei mi ha dato qualche consiglio su come fare i pomodori,con i solchi.E ogni tanto quando le viene in mente qualcosa, aggiunge al mio calderone di esperienze. Avere a disposizione tanta esperienza è un bene.Mi vede appassionato e nel suo piccolo mi dà una mano.La cosa che più mi aggrada è vedere anche mio padre che sta prendendo passione.Ci capisce poco,ma osserva e impara. E' cosi che si trasmette la passione per la terra,ma penso anche per le altre cose,con il contatto diretto,col mostrarne la bellezza e l'utilità.Il sapere che ci da oggi la scienza è utile,sapere di cosa è composto il terreno,sapere di cosa hanno bisogno le piante,ma senza una osservazione diretta manca un gran bel pezzo,manca la passione,l'aria,la terra tra le mani,il sapore di un pomodoro fresco e di uno essiccato al sole. I nostri sensi hanno bisogno di risentire e di riprovare tutto cio, se si è intenzionati a questo amore.Vi lascio con una frase che mio nonno diceva quando a 16 anni, gli parlavo e gli chiedevo come fosse fare il contadino. "La terra è bassa bimbo" diceva,con aria annoiata,come a dire,si sta meglio in un distributore di benzina.Se fosse ancora qui con me oggi gli direi che a me ha aperto le porte del cielo."
Andrea Mariannini (Jaspere)