cosa guida la nostra relazione col cibo?
Giudizio e Controllo.
A tutti i livelli.
Per istanze economiche, presunte igieniche e salutistiche, etiche, politiche, commerciali, personalistiche.
E questo a cosa ci porta?
- A delegare altri delle nostre scelte (esperti, bollini, slogan, mode….).
- Ad appiattire e standardizzare le pratiche di produzione.
- A mortificare le potenzialità espressive dei coltivatori/produttori (competenze, creatività, passioni….).
- A sostenere processi “parassitari”
- A distruggere la rete del cibo decentrata e diffusa
- Ad alimentare le nostre cecità
- …..
Alternative?
Ecco: sostituire il controllo e il giudizio con l’incontro, la relazione, il confronto, la collaborazione.
Perché infondo, il Cibo serve a sostenere la Vita, e la Vita non è controllabile e giudicabile se non in minima parte, quanto piuttosto esplorabile e co-creabile.
Il mio rapporto con la Vita migliora quanto più migliorano le mie capacità di leggere, osservare, esperire, inter-agire, entrare in sinergia, comprendere, sentire.
Quanti più sono i miei sensi accesi e nutriti (e non ne abbiamo solo 6…tanto per fare un esempio, Rudolf Steiner ne ha individuati ben 12!), tanto più sarà ricca, coinvolgente e Vivifica la mia esperienza. Anche col cibo.
Un esempio
Son venuta dunque a sapere che in nord Italia si stanno rilevando crescenti casi di TBC; parrebbero connessi al consumo di latte crudo proveniente da vacche malate.
Poco ne so, e solo questo, è grave.
Se tali informazioni venissero confermate dal Sistema Sanitario, quali azioni ci vengono in mente subito come strategia di intervento?
Più controlli!
Ecco, per me “più controlli” non è la risposta più efficace, più efficiente nè più degna di una civiltà che vuole definirsi “evoluta”.
(intanto, per chi volesse saperne di più sulla TBC e le connessioni tra TBC e allevamenti e consumo di alimenti, può cliccare qui)
Io infatti risponderei: “Più collaborazione!!!! Più relazione! Più confronto!!!!”.
Per fare le grandi opere, le arterie, ci stiamo giocando la rete capillare, la rete di micro infrastrutture che connettono aree rurali varie, rendendole vitali e vivibili, accessibili, fluide, connesse tra loro e ai loro contorni urbani.
E che renderebbero possibili, ad esempio, “Case di Campo”, punti periferici di snodo informativo, relazionale, formativo, di incontro e confronto, di sostegno reciproco e di scambio, e soprattutto, di crescita.
Le politiche igienico sanitarie, come quelle di riconoscimento delle eccellenze alimentari (bollini vari), quando si traducono in meri giudizi e controlli, abbattono, distruggono, rendono più difficile anziché più facile.
Ciò che creano non è coscienza nè reale sviluppo, ma:
1) mera discriminazione, con conseguenti fallaci “successi” e altrettanto fallaci ma devastanti esperienze di “frustrazione”.
2) nuovi comparti di business e speculazione parassitaria.
3) ampliamento della diseguaglianza culturale, economica e sociale.
Urge cambiamento di paradigma!
Più informazione diffusa, capillare!
Non andiamo in qua e in là per giudicare e controllare, ma per conoscere, relazionarci, informare!!!! Ri-co-costruiamo relazioni degne davvero di questo nome!
Restituiamo Potere e Potenza alla Ricerca e alla Scienza attraverso la collaborazione e l’incontro!
Così, davvero, mi piace immaginare la nostra Nuova Civiltà del Cibo.