Per Assaggiare e Acquistare:
1) Telefonateci per verificare la disponibilità di quello che vi interessa al 349 5508509 (mandate sms se non rispondiamo!), oppure scriveteci a agricolalemacchie@gmail.com
2) Potrete venire a ritirare quello che vi interessa qui alle Macchie (vedi "dove siamo"), oppure convenire con noi una consegna lungo Via Aia Vecchia e alla Fraz. Le Badie (Castellina Marittima), dove vi raggiungeremo nel giorno e nell'orario stabilito
3) Per quantità e ordini consistenti, possiamo convenire consegne a Livorno, Cecina, Rosignano, Castiglioncello
4) Per ogni altra esigenza, telefonateci o scriveteci ai recapiti sopra per convenirne i dettagli
Le Api e il Miele delle Macchie
Cos'hanno di speciale il Miele delle Macchie e il Miele di Nonno Berto?
Le Api e il Miele delle Macchie esistono grazie all'esperienza pluriennale di Alberto Fatticcioni (Nonno Berto), che qui ha portato le sue competenze, la sua sensibilità e le prime famiglie del Popolo delle Api.
Insieme stiamo sviluppando un sistema di apicoltura in grado di inserirsi armonicamente nel nostro progetto di agroecologia.
Il nostro Miele proviene esclusivamente dalle nostre Api, situate in parte a Montegemoli, dove risiede la famiglia di Alberto e dove lui stesso ha iniziato a occuparsi professionalmente di api-cultura, e in parte qui alle Macchie, in piccoli apiari stanziali in mezzo al bosco.
I due areali hanno caratteristiche ambientali e floreali diverse: producono mieli differenti, che ci teniamo a tener distinti perchè riteniamo che tale diversità sia una grande ricchezza (di nettari, gusti, sapori e proprietà).
In entrambe le località portiamo avanti lo stesso modo di operare.
Di seguito alcune caratteristiche distintive del nostro modo di fare api-cultura, sia su Montegemoli che alle Macchie; in questa sede facciamo riferimento in particolare alle Macchie.
Insieme stiamo sviluppando un sistema di apicoltura in grado di inserirsi armonicamente nel nostro progetto di agroecologia.
Il nostro Miele proviene esclusivamente dalle nostre Api, situate in parte a Montegemoli, dove risiede la famiglia di Alberto e dove lui stesso ha iniziato a occuparsi professionalmente di api-cultura, e in parte qui alle Macchie, in piccoli apiari stanziali in mezzo al bosco.
I due areali hanno caratteristiche ambientali e floreali diverse: producono mieli differenti, che ci teniamo a tener distinti perchè riteniamo che tale diversità sia una grande ricchezza (di nettari, gusti, sapori e proprietà).
In entrambe le località portiamo avanti lo stesso modo di operare.
Di seguito alcune caratteristiche distintive del nostro modo di fare api-cultura, sia su Montegemoli che alle Macchie; in questa sede facciamo riferimento in particolare alle Macchie.
Le Api vivono stabilmente qui alle Macchie; le famiglie delle Macchie si nutrono e riproducono naturalmente ed esclusivamente in questo areale. I mieli sono derivati dai pascoli spontanei presenti in queste zone incontaminate e selvatiche; la loro variabilità e ricchezza dipende dalle stagioni. Ogni miele è la fotografia gustativa dei paesaggi e della specifica stagione che questi paesaggi attraversano, portando con sè fioriture talvolta anche rare ed insolite. La stanzialità permette alle Api di mappare sempre meglio il territorio, e adattarsi nel tempo, di generazione in generazione, alle caratteristiche specifiche di questo areale, aumentando resilienza e longevità. Così, abbiamo deciso di investire nella valorizzazione dei luoghi che abitiamo e che ci nutrono, piuttosto che andare a cercare con le Api fioriture altre. Questo ci ha permesso di prendere coscienza delle tante relazioni che intercorrono tra creature e habitat, promuovendo ecosistemi sempre più sani e biodiversi. Le Api portano luce ed energie feconde nei nostri luoghi, interagendo con tutti i Regni, e noi cerchiamo di accompagnare questi luoghi a una sempre maggiore ricchezza e salubrità da offrire alle nostre Api. Infondo, viviamo insieme! :-) |
Apicoltura StanzialeLa foto è stata scattata da Emanuela Ascari nell'ambito del suo progetto "Ciò che è Vivo - Culture Tour". Ulteriori info sul nostro incontro cliccando qui.
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L'80% dei nettari di cui si nutrono le Api delle Macchie è costituito da fiori e piante spontanei che crescono nella Macchie Mediterranea e lungo le radure periboschive che caratterizzano il luogo dove viviamo: rovo, sulla, cicoria, cardo, mirto, erica, viburno, edera, trifogli, cicorie.... Una miscela infinita di varietà e profumi frutto delle sole forze di natura. Un altro 10% è costituito dalle nostre coltivazioni: alberi da frutto di varietà antiche, ortaggi, erbe aromatiche e medicinali, il tutto assolutamente non trattato e naturale al 100%. Il rimanente 10% è costituito da sporadiche fioriture di coltivi prativi di altre fattorie, come trifoglio e erba medica, la cui intermittenza e distanza dagli apiari (4-8 Km) son tali da non poter costituire una risorsa primaria. |
Pascoli Spontanei |
Abbiamo più fiducia nella Natura, che ha molti milioni di anni di esperienza, che nei tentativi umani di modificarla. Le recenti morìe di Api confermano il condensarsi di situazioni critiche per le Api, tra cui certamente anche pratiche apicolturali improvvisate e scorrette, il cui ricorso a forzature e prodotti chimici ha indebolito il patrimonio genetico del Popolo delle Api, al solo scopo di massificare le produzioni. Un pò com'è successo per tutte le specie coltivate e allevate in modo intensivo. Per ovviare a questi fenomeni, abbiamo scommesso sulle potenzialità naturali delle Api: lasciamo le famiglie libere di scegliere se e quando far nascere una nuova Regina, se e quando sciamare, se e quando accumulare Miele. Noi ci organizziamo di conseguenza. Non il contrario. La Vita delle Api è una complessa Magia. Le Api 'parlano' tra loro, utilizzando addirittura, attraverso la danza, un linguaggio simbolico estremamente raffinato. Le Api 'sentono', avvertono dolore proprio come noi, ed hanno innervazioni nervose capillari e sensibili. Hanno memoria, e trasmettono le proprie conoscenze alle nuove generazioni. Uno sciame di Api contiene la metà dei neuroni che contiene il nostro Cervello. Tutte ragioni per ammirarle, lasciarle libere di fare le proprie scelte, anche a costo di faticare di più e raccogliere meno, ma con la grande soddisfazione di sapere che stiamo celebrando un miracolo di natura, e non semplicemente "manipolando prodotti". Solo così, per noi, ha senso l'agricoltura: nella consapevolezza che cerchiamo una strada sostenibile e reciproca di con-vivenza. Sono in commercio sciroppi e integratori per nutrire le Api al posto del Miele, del Polline, della Pappa Reale e della Propoli. Noi riteniamo che questi prodotti non siano buoni per le Api, che per migliaia e migliaia di anni sono sopravvissute nutrendosi del Miele proveniente dai Nettari, e non di sciroppi e canditi artificiali. In più, alimentano l'agroindustria e per produrli sono necessarie attrezzature impattanti; Miele, Propoli, Pappa Reale e Polline sono i cibi originari delle Api, che le Api stesse producono a impatto ambientale Zero. In più, una volta introdotto uno sciroppo nell'Arnia, non potremo escludere che il miele successivo sia il prodotto della trasformazione di quello sciroppo piuttosto chè del nettare. E noi vogliamo Miele di Nettare, non di sciroppo! Nessun prodotto di laboratorio avrà eguali e migliori caratteristiche dei nutrienti generati da un sistema vivente. Per questo, provvediamo a raccogliere solo il Miele stoccato in sovrabbondanza dalle Api. Le Api, in natura, producono e stoccano Miele al di là delle loro necessità. Non si sà bene perchè lo facciano, anche se io ho le mie idee: 1) perchè in natura i luoghi colonizzati da uno sciame possono essere successivamente colonizzati da altri sciami: il miele stoccato serve dunque a facilitare l'insediamento di sciami successivi 2) se c'è abbondanza di nettari e la famiglia è forte, xchè sprecare gli uni e l'altra? raccogliere, stoccare e metter da parte. Non si sà mai. 3) "Patto Antico". Una forma di co-evoluzione sinergica, analoga a quella avvenuta tra fiori nettariferi/polliniferi e insetti impollinatori. Pappa Reale, Polline e Propoli non vengono invece stoccate, ma prodotte in base alle esigenze contestuali della famiglia. Per produrli e raccoglierli, gli apicoltori inducono nella famiglia particolari condizioni di stress. In base alle quantità "pretese", lo stress sarà maggiore. Ne risultano una serie di conseguenze a breve e lungo termine sullo stato delle singoli Api e delle Famiglie. Non avendo ancora chiarissimi i meccanismi potenzialmente distruttivi di tali pratiche, noi per il momento non raccogliamo tali nutrienti, se non nelle minime quantità che ci restano sulle dita quando visitiamo le Famiglie. Non lasciamo intoccato solo il Miele nel Nido, dunque, ma anche un melario pieno. Un'altra serie di accortezze (come ad esempio la scelta oculata dei periodi e dei giorni di raccolta; la frequentazione delle famiglie; l'osservazione e lettura dei voli, dei ronzii, dei comportamenti, ecc. ) ci permette di agire cautamente e ridurre la possibilità di commettere errori. |
Famiglie e Regine Naturali
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Lo stato sanitario delle Api è costantemente minacciato dalla Varroa, un acaro che agisce sulle Api come una grossa zecca su un cane. In proporzione, come una zecca grande quanto un coniglio!. La Varroa indebolisce progressivamente le singole Api e l'intera Famiglia, fino al collasso. Giunta fino a noi con la globalizzazione, la Varroa è ormai endemica. Per combatterla ci sono una molteplicità di sistemi, per lo più chimici, che la uccidono senza uccidere anche le Api. Ma tali sistemi non rientrano nelle nostre scelte. Così come non li utilizziamo sulle piante e sugli animali, non vogliamo utilizzarle nemmeno sulle Api. Tracce rischiano sempre di rimanere nel miele e nella cera; si incoraggia una sorta di "resistenza genetica" nella Varroa stessa, si indebolisce la resilienza e il sistema immunitario delle Famiglie, si foraggia l'agrochimica, eccetera eccetera. Come fare, dunque? 1) Sfruttiamo i cicli biologici della Varroa, che si riproduce nelle larve di Ape. Se facciamo in modo che per 20-24 giorni non ci siano uova nella famiglia, abbattiamo la popolazione di Varroa del 60-70% (Blocco di Covata) 2) La Varroa si riproduce preferenzialmente nelle larve di fuco; se asportiamo tali larve, otteniamo un abbattimento del 20-30% (Asportazione di Covata) 3) Lo sfregamento facilita la cascola delle Varroe, che prive del loro ospite, muoiono. Le sciamature naturali producono un gran fermento nelle famiglie, e nel loro volo di sciamatura naturale la vicinanza è tale che gran parte delle Varroe cade. Ma soprattutto, la sciamatura induce un vuoto sanitario spontaneo, che viene spontaneamente gestito dalle Api attraverso la pulizia delle celle e un'abbondante produzione di propoli. |
No Acaricidi No Antibiotici
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Tali pratiche richiedono un grande investimento di energia, molto tempo e molta abilità. Noi abbiam deciso di portarle avanti, e di costruirci un sistema agro-ecologico che ci permetta di continuare così.
Stiamo inoltre lavorando sull'utilizzo di telai che non contengano fogli cerei pre-costruiti, in modo da far sì che le api possano costruirseli autonomamente. La produzione di cera, infatti, induce una pulizia intestinale profonda che sollecita il sistema immunitario delle singole Api e della Famiglia. In più, le Api possono provvedere alla costruzione realizzando una serie di microaccorgimenti specifici più rispondenti alle loro necessità.
L'obiettivo non è mai l'azzeramento della varroa, ma la buona vitalità delle Api: se questa è presente nonostante la Varroa, meglio: significa che la Famiglia sta predisponendo le strategie "immunitarie" adeguate per convivere con questo acaro senza risentirne.
Una serie di comportamenti spontanei delle Api, come ad esempio comportamenti di pulizia, disturba la varroa e la sua riproduzione, permettendo alle Api di controllarne la proliferazione all'interno della Famiglia. Tali comportamenti, però, possono esprimersi, essere riconosciuti, rinforzarsi ed essere trasmessi, solo se le Api hanno la possibilità di confrontarsi con la presenza della varroa stessa.
In molti ci chiedono quali trattamenti possono essere sostitutivi di acaricidi e antibiotici; in commercio esistono diversi prodotti, ad esempio a base di timolo, di acido ossalico, di acido citrico o di acido formico, da poco permesso in Italia. La loro azione risulta però assai blanda, a meno che o non si utilizzino molto frequentemente (rischiando in questo caso un accumulo di tossine nelle Famiglie, e, nel peggiore dei casi, anche nel miele e nella cera), o si utilizzino solo in assenza di covata, naturale o indotta.
Tra questi prodotti citati, il nostro suggerimento è di utilizzare prodotti ammessi dall'apicoltura biologica a base di acido ossalico a basso dosaggio, contestualmente allo sblocco di covata, e con l'obiettivo di non superare 2 trattamenti l'anno per Famiglia. Tale prodotto è consentito in apicoltura biologica, e sono ormai molti gli studi che ne dimostrano, quando usato correttamente, la bassa tossicità sulle Api e l'assenza di residui sia nel Miele che nella Cera. L'acido ossalico, infatti, anche a bassi dosaggi, non agisce direttamente sugli organismi, ma sull'ambiente: abbassa il Ph dell'Arnia e tale abbassamento risulta ben tollerato dalle Api ma non dalle Varroe.
Sugli altri prodotti, a nostro parere, non sussistono ancora studi e ricerche in Italia a sufficienza per poter agire in sicurezza.
L'associazione ARPAT è impegnata anche nell'approfondimento degli studi di efficacia e tossicità di questi prodotti come di altre pratiche a sostegno dell'apicoltura, e pubblica bimestralmente aggiornamenti sul tema.
Analogamente a quanto accade per tutte le sostanze medicinali, neanche la scienza è in grado di fornirci assolute certezze, ma solo indicazioni; sta dunque alla nostra coscienza e alla nostra professionalità muoverci di conseguenza, e sempre con grande cautela. Se l'intento è quello di ridurre al minimo gli interventi farmacologici, il primo passo deve essere l'abbandono degli acaricidi e degli antibiotici; il secondo l'utilizzo progressivamente sempre più ridotto delle altre sostanze; il terzo l'acquisizione di sempre maggiori abilità nel controllo biomeccanico (blocco e asportazione di covata) e nella gestione dei fattori indiretti che condizionano il sistema immunitario e la vitalità delle Api (alimentazione, gestione delle scorte, sciamature naturali, autoproduzione della cera, ecc.); il quarto, nel far essere sufficienti questi ultimi.
Contestualmente a tutto questo, non deve mancare lo studio e la sperimentazione personale, sempre portatori di intuizioni e talvolta scoperte interessanti. Le condizioni ambientali (ecosistema e areale, eventuali fonti di inquinamento chimico e/o elettromagnetico, microclima, arnia, densità apistica, nutrimento, come pure modalità di relazione, ecc) e la genetica, sono a nostro parere elementi di rilevanza notevole.
In questo ambito, oltre a tutto quanto già detto, noi stiamo procedendo a:
- studio delle Apis Mellifera che non vivono in arnie ma allo stato selvatico: quali siti scelgono, quali cicli di vita le caratterizzano, eccetera. Siamo al 3° anno di osservazione.
- antenne ben dritte su quanto si riesce a sapere del metodo Perone
- andamenti sanitari nei diversi areali specifici in cui sono posti gli apiari
- continuo confronto con altri apicoltori e con l'andamento degli apiari nel nostro Paese
- progressivo incremento di telaini adattati all'autocostruzione della cera da parte delle Api
- ....
- :-)
Insomma, abbiamo ormai accumulato un corpus di conoscenze specifiche e di pratiche che ci permette di inter-agire in modo sempre più "naturale" con il Popolo delle Api, e che è in costante adattamento ed evoluzione, al ritmo dei voli, delle generazioni, dei cambiamenti climatici, eccetera.
Stiamo inoltre lavorando sull'utilizzo di telai che non contengano fogli cerei pre-costruiti, in modo da far sì che le api possano costruirseli autonomamente. La produzione di cera, infatti, induce una pulizia intestinale profonda che sollecita il sistema immunitario delle singole Api e della Famiglia. In più, le Api possono provvedere alla costruzione realizzando una serie di microaccorgimenti specifici più rispondenti alle loro necessità.
L'obiettivo non è mai l'azzeramento della varroa, ma la buona vitalità delle Api: se questa è presente nonostante la Varroa, meglio: significa che la Famiglia sta predisponendo le strategie "immunitarie" adeguate per convivere con questo acaro senza risentirne.
Una serie di comportamenti spontanei delle Api, come ad esempio comportamenti di pulizia, disturba la varroa e la sua riproduzione, permettendo alle Api di controllarne la proliferazione all'interno della Famiglia. Tali comportamenti, però, possono esprimersi, essere riconosciuti, rinforzarsi ed essere trasmessi, solo se le Api hanno la possibilità di confrontarsi con la presenza della varroa stessa.
In molti ci chiedono quali trattamenti possono essere sostitutivi di acaricidi e antibiotici; in commercio esistono diversi prodotti, ad esempio a base di timolo, di acido ossalico, di acido citrico o di acido formico, da poco permesso in Italia. La loro azione risulta però assai blanda, a meno che o non si utilizzino molto frequentemente (rischiando in questo caso un accumulo di tossine nelle Famiglie, e, nel peggiore dei casi, anche nel miele e nella cera), o si utilizzino solo in assenza di covata, naturale o indotta.
Tra questi prodotti citati, il nostro suggerimento è di utilizzare prodotti ammessi dall'apicoltura biologica a base di acido ossalico a basso dosaggio, contestualmente allo sblocco di covata, e con l'obiettivo di non superare 2 trattamenti l'anno per Famiglia. Tale prodotto è consentito in apicoltura biologica, e sono ormai molti gli studi che ne dimostrano, quando usato correttamente, la bassa tossicità sulle Api e l'assenza di residui sia nel Miele che nella Cera. L'acido ossalico, infatti, anche a bassi dosaggi, non agisce direttamente sugli organismi, ma sull'ambiente: abbassa il Ph dell'Arnia e tale abbassamento risulta ben tollerato dalle Api ma non dalle Varroe.
Sugli altri prodotti, a nostro parere, non sussistono ancora studi e ricerche in Italia a sufficienza per poter agire in sicurezza.
L'associazione ARPAT è impegnata anche nell'approfondimento degli studi di efficacia e tossicità di questi prodotti come di altre pratiche a sostegno dell'apicoltura, e pubblica bimestralmente aggiornamenti sul tema.
Analogamente a quanto accade per tutte le sostanze medicinali, neanche la scienza è in grado di fornirci assolute certezze, ma solo indicazioni; sta dunque alla nostra coscienza e alla nostra professionalità muoverci di conseguenza, e sempre con grande cautela. Se l'intento è quello di ridurre al minimo gli interventi farmacologici, il primo passo deve essere l'abbandono degli acaricidi e degli antibiotici; il secondo l'utilizzo progressivamente sempre più ridotto delle altre sostanze; il terzo l'acquisizione di sempre maggiori abilità nel controllo biomeccanico (blocco e asportazione di covata) e nella gestione dei fattori indiretti che condizionano il sistema immunitario e la vitalità delle Api (alimentazione, gestione delle scorte, sciamature naturali, autoproduzione della cera, ecc.); il quarto, nel far essere sufficienti questi ultimi.
Contestualmente a tutto questo, non deve mancare lo studio e la sperimentazione personale, sempre portatori di intuizioni e talvolta scoperte interessanti. Le condizioni ambientali (ecosistema e areale, eventuali fonti di inquinamento chimico e/o elettromagnetico, microclima, arnia, densità apistica, nutrimento, come pure modalità di relazione, ecc) e la genetica, sono a nostro parere elementi di rilevanza notevole.
In questo ambito, oltre a tutto quanto già detto, noi stiamo procedendo a:
- studio delle Apis Mellifera che non vivono in arnie ma allo stato selvatico: quali siti scelgono, quali cicli di vita le caratterizzano, eccetera. Siamo al 3° anno di osservazione.
- antenne ben dritte su quanto si riesce a sapere del metodo Perone
- andamenti sanitari nei diversi areali specifici in cui sono posti gli apiari
- continuo confronto con altri apicoltori e con l'andamento degli apiari nel nostro Paese
- progressivo incremento di telaini adattati all'autocostruzione della cera da parte delle Api
- ....
- :-)
Insomma, abbiamo ormai accumulato un corpus di conoscenze specifiche e di pratiche che ci permette di inter-agire in modo sempre più "naturale" con il Popolo delle Api, e che è in costante adattamento ed evoluzione, al ritmo dei voli, delle generazioni, dei cambiamenti climatici, eccetera.
Artigiani del Cibo: nessun surriscaldamento, nessuno stress meccanico, occhi e mani ben allenati, grazie allo strumento meraviglioso che siamo noi, il nostro corpo, la nostra capacità di decidere, regolare e graduare l'intensità delle azioni. Ma non solo. Vogliamo fare meno ricorso possibile a strumenti complessi e energie non rinnovabili. Per questo, ci adoperiamo quotidianamente per utilizzare, allenare e raffinare il nostro corpo, le nostre competenze, le nostre forze, e le nostre capacità. Scegliamo i melari da raccogliere; telaino per telaino, individuiamo le origini nettarifere; poi procediamo alla smielatura in uno smielatore a mano da 9 telaini. Il miele cola dai telaini nel bidone di raccolta, dal quale viene filtrato con un setaccio e con un filtro appositi, per poi essere invasettato. Piano piano, al ritmo dei nostri gesti e del Miele che cola. Il nostro Miele non subisce trattamenti termici nè miscelazioni di alcun genere. L'impronta ecologica è positiva, fornendo servizio di impollinazione alla biodiversità botanica dei nostri areali, e non utilizzando energie fossili nè derivati. |
Smielatura Manuale
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