"La Terra è una Creatura Vivente, vibrante di energie e ricca di infinite storie, infinite forme, infinite relazioni. La Terra è una Danza, ora quieta ora vorticosa, un ritmo, un'incessante fioritura"
Introduzione. Lo stato del Suolo oggi.
Per quasi un secolo, il mondo occidentale, a partire dalla “Rivoluzione Verde”, e a dispetto di buona parte delle acquisizioni scientifiche e filosofiche del tempo, ha trattato il Suolo come un substrato inerte da modificare artificialmente nel tentativo di incrementare sempre di più la produzione di cibo. Fertilizzanti per le piante desiderate, diserbanti per quelle ritenute ‘inutili’ o addirittura ‘dannose’, pesticidi per tutte le forme di vita variamente considerate di ostacolo. E poi: acceleratori o rallentatori della maturazione, distaccanti, fungicidi, e una serie infinita di fitofarmaci variamente combinata.
Nell’illusione di interagire con semplice materia, anzichè con vita complessa e pulsante, gli interventi agronomici e agrocolturali si sono fondati su presupposti materialistici e deterministici, che nel breve termine hanno ottenuto risultati enormi sulle capacità produttive dei terreni, ma oggi stanno evidenziando effetti drammatici.
I prodotti di questo approccio colturale (e culturale) sono stati:
- cibi ben gestibili meccanicamente e dai processi agroindustriali, ma sempre più poveri di sostanze nutritive e sempre più ricchi di sostanze inquinanti
- terreni progressivamente meno fertili
- dilavamento dei suoli, esposti attraverso l’incessante lavorazione meccanica a: eccessi di ossigeno (morte della microfauna), agenti climatici come vento e acqua (asportazione di materia organica, frane, modificazioni geomorfologiche)
- impoverimento delle culture rurali tradizionali efficaci
- trasformazione dei contadini in imprenditori, e da ‘esperti delle loro terre’ a ‘esperti di macchine agricole e utilizzo dei fitofarmaci’
- generazione di due nuovi enormi comparti di mercato: l'agroindustria e l’industria alimentare
- assoggettamento del Ciclo del Cibo alle priorità di profitto
- inquinamento di acqua, aria e terra
- abuso di risorse primarie
Oggi inizia a farsi strada una visione più articolata e complessa dell’Organismo “Suolo”, o “Terreno” (non utilizzeremo il termine “Terra” perchè più adeguato, a nostro avviso, a indicare stati di realtà ancora più ampi, come il Pianeta intero).
Grazie a una molteplicità di Creature illuminate, come Steiner, Fukuoka, Hazelip, tale visione si è affacciata anche al mondo dell’agricoltura, proponendo modelli pratici di coltivazione “naturale”, cioè libera da interventi chimici e lavorazioni aggressive del terreno, e particolarmente attenti a interagire con i processi naturali dei luoghi di volta in volta presi in considerazione.
Nessun insediamento umano può infatti sopravvivere se procura la distruzione di sè stesso. Per quanto la tecnologia possa proporre nuove soluzioni ai crescenti problemi generati da processi auto-distruttivi, non è detto che prima o poi non sopravvenga il peggio prima dell’ennesima trovata tecnologica. Meglio, dunque, partire dalle basi, e cercare di tutelare il più possibile le risorse primarie da cui dipende la nostra sopravvivenza, e cioè Terra, Acqua, Aria, Clima.
Il Suolo non è un substrato inerte
ma un Organismo Vivente
Aggiornati studi microbiologici evidenziano il fatto che le piante, crescendo e vivendo naturalmente, creano spontaneamente un suolo più fertile, vitale e vivifico.
Tale fertilizzazione spontanea è possibile grazie ai residui organici e ad una molteplicità di processi chimici che hanno a che fare con la vita microbica, micotica e con gli essudati vegetali.
La Terra, dunque, dispone di potenzialità autofertilizzanti attraverso le infinite interazioni generate dalla biodiversità che ospita sottoforma di batteri aerobi e anaerobi, apparati radicali, insetti, funghi.
La natura opera silenziosamente affinchè possa essere presente sempre più Vita.
La sinergia tra tale biodiversità, altre caratteristiche fisico chimiche del suolo (come struttura, stratificazione, qualità della roccia madre e ph), condizioni climatiche e microclimi, incoraggia lo sviluppo delle piante, che si evolvono tanto meglio quanto più, anch’esse, entrano in sinergia con il contesto che le ospita.
Non a caso Emilia Hazelip definisce le pratiche da lei stessa messe a punto “Agricoltura Sinergica”: proprio perchè l’intento è valorizzare e supportare il potenziale di vita insito nelle sinergie naturali, utilizzandolo per la produzione del cibo.
Il coltivatore “naturale” è uno scienziato che osserva e collabora con la Natura, entra in sinergia con essa e ne promuove lo sviluppo. “Lavora con, e non contro”, recita un principio di Permacultura, ed è esattamente quello che sempre più persone e sempre più coltivatori iniziano a fare.
Steiner ha paragonato il terreno all’Intestino del Pianeta Vivente. Un organo fondamentale di digestione, cioè di trasformazione e assimiliazione di sostanze a vantaggio della Vita.
Gli ultimi eventi nella così detta “terra dei Fuochi” ci mostrano quanto stiamo mettendo a dura prova le risorse digestive del nostro Pianeta, riversando nei suoi canali linfatici (falde acquifere) veleni mortiferi che non sappiamo se saranno mai “digeriti” dal sistema, e con quali conseguenze sulla Vita vegetale e animale (compresa la nostra).
Ma anche quanto sta accadendo nella Pianura Padana non è da meno: suoli sempre più poveri sono ormai intossicati e si comportano come drogati, necessitando di continue integrazioni per mantenere standard produttivi decenti. L’agroindustria si adopera per mettere sul mercato da un lato agrofarmaci sempre più mirati e macchinari sempre più precisi, dall’altro per creare varietà di piante e animali sempre più adatti a sopravvivere in questi sistemi. Ma è davvero questa una strada sostenibile?
Io sono convinta di no. Sono convinta che si possa fare un passo indietro, e guardare bene sotto i nostri piedi, per scoprire che esiste ancora un’abbondanza di vita, sapore e cibo buono a nostra disposizione.
Partiamo da qui, in basso, dal Suolo.
Suolo Fertile = componenti minerali + componenti organiche
Il Suolo rappresenta la parte più esterna della Crosta Terrestre, la pelle del nostro Pianeta.
La pelle di Gaia.
La formazione del Suolo (pedogenesi) inizia con la disgregazione e decomposizione della Roccia Madre. Tale disgregazione è opera combinata degli agenti atmosferici e dei microrganismi, primi tra tutti, visibili ad occhio umano, sono i licheni.
I licheni sono i primi frantumatori organici della Roccia attraverso un’azione chimica e fisica; da questa assorbono i nutrienti che altrimenti non sarebbero utilizzabili e apportano residui organici, creando dunque un primo habitat in cui possono esistere progressivamente altre forme di vita. Successivamente compaiono i muschi, che si insediano nelle aree di accumulo dei residui organici dei licheni. Successivamente, sulla base delle trasformazioni indotte da licheni e muschi e dell’accumulo di materiale organico, si insediano altre forme di vita vegetali e non.
Risulta già chiaro quanto il ruolo degli organismi viventi sia alla base di ogni dinamica pedogenetica.
Nel corso della decomposizione dei residui organici si ha la formazione da una parte di sostanze minerali solubili e gassose, dall’altra di composti minerali organici colloidali ad alto peso molecolare che vengono generalmente definiti “Humus”.
L’Humus è relativamente più stabile e resistente alla biodegradazione rispetto alla materia organica fresca, e necessita, per la sua formazione e il suo rinnovamento, dell’azione sinergica di un pool eterogeneo di microorganismi (batteri, attinomiceti, funghi) e insetti (microartropodi e lombrichi). I residui frammentati dagli insetti vengono trasformati dai microorganismi e resi assimilabili dalle piante.
Già in questa fase, è evidente quanto gli agenti atmosferici da soli, le forze fisiche da sole, non sono sufficienti a generare Suolo fertile e habitat adeguati per le piante. Lo dimostra anche la superficie lunare: roccia madre e agenti atmosferici sono presenti in quantità, ma manca la generazione di suolo vivo e vivifico, poichè mancano microorganismi.
Disgregazione e decomposizione da parte dei microorganismi, dei licheni e dei muschi, generano il primo strato di Suolo humificato che ospiterà la vegetazione pioniera, cioè piante poco esigenti ma già in grado di partecipare costruttivamente alla progressiva generazione di Suolo con l’apporto di sostanza organica sotto forma di radici, essudati, e residui vegetali.
Il Suolo dunque procederà nel suo sviluppo arricchendosi progressivamente di materia organica (elementi semplici come zuccheri, peptidi e amminoacidi, ed elementi complessi, come lignine, proteine, cellulosa, ecc.) che, attraverso l’azione dei microorganismi, potrà diventare assimilabile dalle piante.
Alcune funzioni della colonizzazione vegetale sullo sviluppo del Suolo e del Terroir
Le piante, proliferando, affondano le proprie radici tra le particelle del suolo, interagendo con una molteplicità di processi e generando un vero e proprio network in grado di:
- veicolare multidirezionalmente la circolazione di acqua e aria
- trasmettere informazioni e comunicare con le altre forme di vita attraverso gli essudati radicali
- contribuire alla struttura del Suolo (disgregazione suoli compatti e aggregazione suoli sciolti)
- rendere il suolo più resistente all’erosione (vento, pioggia, pascolamento, ecc.)
- alimentare ed essere alimentato da batteri, lieviti e funghi che a loro volta garantiscono il perdurare dei processi di humificazione
- apportare materia organica
- partecipare al processo di “caratterizzazione” del suolo, cioè caratterizzarlo con microclimi, aromi, colori, odori, olii essenziali (in teoria i marchi IGP e DOP dovrebbero tutelare proprio queste caratteristiche, oltre ad altre che ignorano allegramente a favore di un merketing tanto luccicante quanto vuoto, e, ahimè, non ne hanno nemmeno coscienza....e noi paghiamo....ma vabbè, questa è un’altra storia...)
- ospitare molteplici altre forme di vita
Il Terroir, cioè il particolare set di caratteristiche geofisiche, climatiche e biochimiche proprie di uno specifico Suolo, o di un areale (tanto decantato in viticoltura, e certo determinante per le qualità di qualsiasi frutto della Terra), dipende in gran parte da queste colonizzazioni vegetali e dai loro network.
Dunque, la nostra equazione iniziale:
Suolo Fertile = componenti minerali + componenti organiche
si evolve e diventa:
Suolo AutoFertile = componenti minerali x componenti organiche vive e biodiverse x condizioni climatiche
dove il “x” al posto del “+” indica una relazione complessa potenzialmente sinergica diversa dalla semplice somma degli elementi, e dove le condizioni climatiche partecipano condizionando velocità, persistenza, selezione, e altre caratteristiche dei processi di autofertilità del Suolo.
L’agroindustria, biologica e non, è già pronta a rifornirci in provetta di ogni forma di vita riproducibile in laboratorio da irrorare nei nostri campi, sulle nostre piante e nelle nostre cantine, come già fà l’agroalimentare col nostro cibo, impoverendolo da una parte e propinandoci dall’altra, a prezzi stratosferici, una serie di integratori e ‘probiotici’.
Bhè, sappiatelo: non ne abbiamo bisogno.
Conclusioni
Possiamo ripristinare i processi naturali del Suolo Vivente: incoraggiarli e non distruggerli dove ancora esistono, e rigenerarli dove sono stati compromessi.
Come?
Con pratiche agricole degne di chi intenda osservare e prendersi cura del suo imprescindibile patrimonio: la Vita delle 'sue' Terre.
L’aratura protratta distrugge la flora microbica del terreno, compromettendo di conseguenza il potenziale autofertile del Suolo. E’ un fatto. Dobbiamo prenderne atto e mettere in discussione questa pratica, cercando alternative.
Il Suolo lasciato esposto agli agenti atmosferici si depaupera e perde fertlità (in natura, solo il deserto è Suolo privo di copertura, ed è anche l’habitat meno ospitale). E’ un fatto. Dobbiamo prenderne atto e mettere in discussione questa pratica, cercando alternative.
Le monoculture abbattono il tenore di biodiversità complessiva riducendo la resilienza del sistema. E’ un fatto. Dobbiamo prenderne atto e mettere in discussione questa pratica, cercando alternative.
Concimazioni, diserbi e in generale l’utilizzo di sostanze chimiche (comprese spesso quelle biologiche) inquina le risorse primarie e droga il Suolo, azzerandone le potenzialità autofertili e la vitalità. E’ un fatto. Dobbiamo prenderne atto e mettere in discussione questa pratica, cercando alternative.
Qualsiasi sostanza prodotta in qualsiasi laboratorio non sarà mai eguagliabile alla stessa sostanza prodotta all’interno di un ecosistema vivente (la vitamina C di un arancia non è uguale alla vitamina C di una pasticca; il nostro corpo le riconosce diversamente e diversamente le processa. Allo stesso modo, il Suolo Vivente riconosce e metabolizza diversamente le sostanze somministrategli artificialmente rispetto a quelle provenienti dalla decomposizione organica prodotta da un sistema vivente, meglio ancora da sè stesso se messo nelle condizioni di farlo). E’ un fatto. Dobbiamo prenderne atto e mettere in discussione questa pratica, cercando alternative.
L’artificializzazione delle pratiche colturali impoverisce il suolo ma anche i nutrienti e l’energia vitale delle piante che vi si coltivano e degli animali che vi si allevano. E’ un fatto. Dobbiamo prenderne atto e mettere in discussione questa pratica, cercando alternative.
Siamo in viaggio, e abbiamo bisogno di studiare, sperimentare, sbagliare e riprovare.
Ma oggi molti veli stanno svanendo.
Dobbiamo ripartire dal Suolo e dai suoi processi di AutoFertilità Naturali, studiarli meglio, e cercare di entrare quanto più possibile in sintonia con essi.
Ogni Suolo Vivente, ogni luogo, ogni organismo agricolo, ogni ecosistema, racconterà la sua storia a chi saprà ascoltarla, pronto a risuonare di Vita Vibrante.
Non è cammino per chi ha fretta, per chi si è lasciato convincere ad essere prima di tutto imprenditore anzichè produttore di Vita e Cibo, per chi è ingordo e per chi lucra sul lavoro altrui.
Eppure, è cammino di tutti, poichè ogni centimetro di Terra Vivente è bene prezioso per tutti, e a tutti porta meno inquinamento, cibo più sano, più ossigeno, più bellezza.
Agronomi, biologi, ricercatori illuminati: abbiamo bisogno di voi! Abbiamo bisogno del vostro pensiero critico libero, delle vostre competenze al servizio di Madre Terra, delle vostre Tesi e delle vostre Ricerche sul campo che finalmente non riguardino più solo quello che “tira il mercato”, che “paga meglio”, ma che nutre la Terra Vivente e tutti noi. Non vi scoraggiate se incontrerete critiche e scandali, anche tra tanti di noi: ci hanno fatto il lavaggio del cervello e potremmo non essere pronti ad accogliere subito con gratitudine i vostri sforzi. Abbiamo bisogno di fermare la desertificazione che sta coinvolgendo il bacino del mediterraneo e l’Italia meridionale, svelarne le cause e gridarle forte. Abbiamo bisogno di supportare con sempre più dati, queste evidenze, e capillarizzarne l’informazione ovunque, senza lasciare che ammuffiscano nei cassetti dei Centri di Ricerca.
E’ importante il contributo di tutti.